Mal di testa e consigli
Maggio 4, 2023

Mal di testa, fattori trigger e consigli

I fattori trigger sono tutti quegli stimoli in grado di facilitare l’insorgenza di un attacco di mal di testa in persone predisposte e in un preciso momento. attivare quei meccanismi  un attacco di cefalea in soggetti predisposti. L’inizio di un attacco di emicrania è comunemente associato a un’ampia varietà di fattori interni (endogeni) o esterni (esogeni). Ad esempio: il ciclo mestruale o le variazioni climatiche.

Praticamente tutti credono che la propria cefalea abbia uno o più fattori trigger, intesi come qualsiasi cosa (una posizione, un movimento, un alimento, uno stato d’animo, un problema fisico etc) in grado di scatenare o facilitare lo sviluppo o l’insorgenza di un attacco di cefalea.

Tutti coloro che soffrono di mal di testa vogliono conoscerne la causa precisa perché in questo modo, rimuovendola, tutto finirà. Spesso si ricerca su internet e ci perde in numerose liste di elementi nonché in storie e consigli e cure “miracolose” di ogni genere che, piuttosto che aiutare, invece confondono di più, illudono e scoraggiano. 

Ognuno può avere i suoi fattori trigger facilitanti. E’ una situazione molto personale. Spesso i fattori trigger si confondono con i sintomi. Bisogna capire che esiste un meccanismo di base, comune a tutti i mal di testa primari, che è la cosidetta “sensibilizzazione” del sistema nervoso periferico e centrale. Il sistema nervoso di alcune persone è per ragioni evolutive e soggettive più facilmente irritabile e incline a diventare più sensibile. Qualsiasi stimolo di una certa intensità e durata può irritare in modo facilitato i nervi “facilitati” di queste persone che di conseguenza diventano ancora più sensibili nel ricevere, interpretare e rispondere ai successivi e nuovi stimoli. Tale ipersensibilità può favorire un’interpretazione esagerata o anomala di ogni stimolo (anche innocuo o naturale) e la conseguenza è:  il dolore.

Il mal di testa è una sirena d’allarme. Il tuo sistema nervoso è ipersensibilizzato e sta andando a fuoco!

 

Quali raccomandazioni dunque?

Tutti gli specialisti concordano che sia importante imparare a:

  • individuare, cioè identificare, attraverso l’uso del diario i fattori stressor e i fattori trigger stimolanti (quando e dove possibile) e registrarli, cioè scriverli sempre sul diario stesso
  • imparare ad evitare quelli evitabili;
  • imparare a prevenire la loro comparsa;
  • imparare a gestirli nel tempo.

I fattori trigger sono individuali e differiscono da un cefalgico ad un altro. Sopratutto non vanno confusi con i sintomi premonitori o conclamati. Spesso la loro contemporaneità con la cefalea può essere una mera coincidenza.

Sebbene in molti casi le evidenze scientifiche a supporto della validità di molti trigger siano scarse, ecco una lista di quelli comunemente più indicati da pazienti:

  • ormoni, contracettivi
  • fattori nutrizionali, alimenti
  • tempo (condizioni climatiche, ambienti particolari)
  • stress, tensioni emotive personali, lavorative
  • stimoli sensoriali intensi (luce, suoni..)
  • sonno, fatica
  • rilassamento del weekend
  • attività fisica intensa e prolungata
  • fattori muscolo scheletrici (posizioni del collo, movimenti della testa e della mandibola)

Di seguito vengono indicati alcuni accorgimenti semplici ma importanti per prevenire o recuperare da un evento disabilitante di cefalea. Ognuno ha il suo stile di vita ed è importante cominciare a realizzare che su questo bisogna intervenire per avere benefici nel tempo . Questi punti servono a fare attenzione e ricordare che servono informazioni precise per sapere come e cosa fare per migliorare la propria condizione.

Sonno: valutare la durata e la qualità del proprio sonno. È la cosa più importante per controllare il dolore. Le difficoltà ad addormentarsi e riposare, l’inabilità proprio a dormire – l’ insonnia – sono problemi da affronare seriamente. Sono molto comuni e legati principalmente alla incapacità o difficoltà di rilassare la mente, abbandonare pensieri e preoccupazioni del giorno. Anche la difficoltà a riprendere sonno e riaddormentarsi dopo esserse andati in bagno non è normale. Dormire meno di 6 ore o più di 9 ore non è una buona abitudine e può “stressare” e “sensibilizzare” di più il tuo sistema nervoso  favorendo il terreno per l’insorgenza del mal di testa.

Dieta: quando si mangia , cioè gli orari, possono essere più importante di quello che si mangia. Cerca di darti orari precisi e rispettarli il più possibile. Non saltare pasti!

  • fai colazione ogni mattina
  • mangia cibi freschi e frutta : banana, mango, papaya, ananas, noci (se non si è allergici)
  • cereali integrali e proteine
  • no al junk food o cibo da strada
  • bevi molta acqua almeno 8 bicchieri al giorno. La disidratazione è un fattore di rischio per il mal di testa. Alcuni farmaci sono dannosi per i reni che necessitano costante purificazione. Evita bevande gassate e succhi. Tutto ciò che contiene zuccheri artificiali può essere un trigger e comunque un fattore di rischio per patologie cardiovascolari.
  • attenzione a caffeina, glutammato di sodio (ristoranti cinesi), nitrati (insaccati), aspartame (chewing gum e prodotti confezionati)

Attività fisica: l’esercizio è vita. Un’attività fisica costante migliora la salute, migliora l’umore, riduce i mal di testa. Bastano 30 minuti al giorno. L’ideale sarebbe 5 giorni a settimana di esercizio. Fare qualcosa ogni tanto è sempre meglio che non fare nulla. Fare qualcosa che piace è sempre meglio che fare qualcosa che al contrario non ci stimola , anche se ce lo hanno detto. L’esercizio deve essere minimamente allenante per avere effetti. Questo significa che la frequenza cardiaca deve essere almeno al 50-65% di quella massima possibile. Attività intense non sono necessarie. Per calcolare tale frequenza occorre fare un semplice conto: 220 – la propria età. Il numero che esce – ad esempio – 180 (per un soggetto di 40 anni) viene moltiplicato per 50-60% . Ad esempio 180×60%= 108 . Questa è la frequenza a cui lavorare per avere un minimo effetto salutare, senza stress fisico controproducente. L’esercizio serve ad attivare i meccanismi interni naturali di inibizione del dolore attraverso il rilascio delle sostanze analgesiche quali endorfine, oppioidi, encefaline, inibendo ansia, tristezza, stress e aiutando il sonno.

Condivisione: condividere con altre persone il proprio problema, fare attività con altre persone o  familiari aiuta e rafforza interiormente. Ci sono numerose attività di gruppo ricreative e terapeutiche nonché terapie complementari. Classi di yoga, meditazione, training autogeno, mindfulness, respirazione, consapevolezza corporea, gruppi viaggio, sedute di ipnosi possono aiutare ad attivare i meccanismi interni di inibizione del dolore e favorire l’autorilassamento nonché l’autocontrollo e la ri-definizione sensoriale e percettiva dando sollievo, fiducia e serenità.

Attenzione: l’abitudine dei tenere un Diario della cefalea è fondamentale. Numerose e preziosi informazioni possono emergere e aiutarci, anche nella gestione della terapia medica farmacologica. Poter veirficare quando si assumono i farmaci , quali effetti si hanno in base alle circostanze, osservare le differenze temporali, controllare che si stiano seguendo correttamente tutte le indicazioni, son tutte informazioni di grande aiuto per evitare errori futuri e individuare strategie di comportamento migliorative. Evitare sempre il fai-da-te soprattutto se “consigliato da” altri che potrebbero avere una forma di cefalea completamente diversa.

Autore dell’articolo Dott. Riccardo Rosa FT, MOst