Cefalea Cervicogenica
Quando la cervicale causa la cefalea
- Cefalea Cervicogenica: cosa è
- Cefalea Cervicogenica: la causa
- Cefalea Cervicogenica: la prevalenza
- Cefalea Cervicogenica: i sintomi
- Cefalea Cervicogenica: la diagnosi differenziale muscoloscheletrica
- Cefalea Cervicogenica: il ruolo del collo come causa
- Cefalea Cervicogenica: frequenza degli attacchi
- Cefalea Cervicogenica: criteri diagnostici
- Cefalea Cervicogenica: la terapia
Cefalea Cervicogenica: cosa è
La cefalea cervicogenica è una forma di cefalea secondaria cioè un mal di testa che si sviluppa a causa di un problema cervicale. E’ la cefalea secondaria più diffusa al mondo ed è caratterizzata da:
- ridotta mobilità delle articolazioni cervicali, in particolare del rachide cervicale superiore (la zona compresa tra il cranio e le prime 3 vertebre cervicali),
- ipertonicità, decondizionamento o fatica dei muscoli del rachide cervicale e toracico,
- presenza di aree miofasciali iper-sensibili (trigger point area) all’interno di muscoli specifici,
- alterazioni del controllo neuro-motorio cervicale e toracico (cioè del modo in cui si attivano e si coordinano i muscoli).
Nella cefalea cervicogenica viene generalmente coinvolta l’area suboccipitale dove ci sono le articolazioni delle prime 3 vertebre cervicali, ma anche i segmenti vertebrali inferiori possono contribuire al suo sviluppo e per questo motivo è una problematica di pertinenza squisitamente fisioterapica.
Le cefalee secondarie sono tutte quelle forme di mal di testa che risultano da una causa identificabile come ad esempio:
- disordini funzionali dei muscoli o delle articolazioni del collo,
- traumi o interventi chirurgici del collo, della testa o della faccia,
- infezioni,
- disordini della mandibola o del cranio,
- patologie specifiche vascolari, neurologiche, ossee etc.
I dolori del collo o del rachide cervicale sono al quarto posto nella classifica mondiale delle cause di disabilità funzionale e lavorativa.
Questi dolori e disordini cervicali affliggono quasi ogni essere umano in diversi momenti della vita e sono una delle cause più comuni di richiesta di cure, di assenze lavorative, di aumento costi sociali e di altre conseguenze sociali importanti.
Sebbene molti episodi possano risolversi anche spontaneamente, il 50% delle persone che hanno avuto un attacco acuto di dolore cervicale continueranno ad avere problemi e recidive.
Oltre il 70% di persone con emicrania senz’aura e il 90% di coloro che soffrono di emicrania e cefalea di tipo tensivo croniche hanno anche dolori e problemi cervicali associati che peggiorano le condizioni.
Cefalea Cervicogenica: la causa
Le cause della cefalea cervicogenica sono principalmente di natura muscolo-scheletrica:
- traumi al collo o alla testa (per esempio colpo di frusta),
- posture prolungate associate a muscoli decondizionati,
- movimenti improvvisi e inconsueti del collo o della testa,
- gestualità lavorative o sport-specifiche iper-stressanti,
- squilibri tra le capacità di resistenza muscolare e le richieste di movimento quotidiane (anche se semplici).
Cefalea Cervicogenica: la prevalenza
La cefalea cervicogenica rappresenta il 15-20% di tutti i mal di testa benigni ricorrenti, con una prevalenza che va dal 0.4% fino all’ 80% nei centri specializzati dove tale forma viene considerata e valutata.
Il rapporto donne/uomini è 4:1 cioè le donne hanno 4 volte in più degli uomini la possibilità di essere vittime di questo problema.
Il 50% delle cefalee post trauma cervicale (colpo di frusta) sono cefalee cervicogeniche.
Cefalea Cervicogenica: i sintomi
La cefalea cervicogenica presenta caratteristiche sintomatologiche comuni anche ad altre forme di cefalea e per questo motivo spesso viene confusa o completamente ignorata. I sintomi principali sono:
- dolore usualmente unilaterale che non cambia lato (e in questo assomiglia all’emicrania senz’aura per esempio), di tipo pressorio o trafittivo, raramente pulsante,
- il mal di testa ha uno sviluppo postero-anteriore cioè comincia dal collo o dall’area sub-occipitale o sotto-nucale e sale fino ad arrivare sul vertice della testa o sulle tempie o sull’occhio (area fronto-orbitaria),
- i sintomi sono provocati da movimenti del collo o posture prolungate che sovraccaricano e stressano in modo eccessivo i muscoli e le articolazioni del collo,
- i sintomi possono comparire la mattina e generalmente non si associano a fotobia o fonofobia come l’emicrania ma la nausea può essere clinicamente presente,
- le persone che soffrono di questo mal di testa hanno sintomi di intensità moderata e severa con andamento fluttuante e possono anche lamentare dolori e rigidità alle articolazioni temporo-mandibolari,
- può essere presente dolore che si diffonde alle spalle e al braccio fino alla mano.
Cefalea Cervicogenica: la diagnosi differenziale muscoloscheletrica
La cefalea cervicogenica è una condizione clinica facilmente diagnosticabile.
Ci sono precisi test di diagnosi differenziale che permettono di inquadrare tale forma di cefalea separandola dall’emicrania e dalla cefalea di tipo tensivo con un’alta affidabilità e senza necessità di indagini di laboratorio specifiche.
Questi test della durata di 15 minuti verificano subito:
- la mobilità delle articolazioni del rachide cervicale (soprattutto della zona sottonucale dove ci sono le articolazioni tra l’occipite, l’atlante, l’epistrofeo e la terza vertebra cervicale),
- la tonicità, la “dolorabilità” o l’iper-sensibilità dei muscoli cranio-cervicali e cranio facciali,
- la capacità di coordinazione e resistenza dei muscoli del collo e del torace.
Cefalea Cervicogenica: il ruolo del collo come causa
I disordini e dolori cervicali sono spesso ignorati e considerati come sintomo di altre forme di cefalea primaria: per esempio dell’emicrania.
Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè il collo – e di verificare il suo ruolo e la sua influenza sul mal di testa sperimentato dal paziente. In questo modo si perde una potenziale e fondamentale occasione di miglioramento!
Ogni persona che soffre di cefalea ha il diritto e deve ricevere un’accurata valutazione del rachide cervicale soprattutto quando lamenta dolori e rigidità del collo giorni prima degli attacchi di cefalea o quando “sta bene” cioe non ha alcun mal di testa (fase inter-ictale).
Esistono delle connessioni neuro-anatomiche e neuro-funzionali peculiari tra il rachide cervicale superiore e la testa. I disordini cervicali sono in grado di iper-stressare, irritare e sensibilizzare il sistema nervoso centrale.
Cosa significa? Significa che il tuo sistema nervoso può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali.
La conseguenza è che gli stimoli interni e esterni che il cervello riceve vengono così interpretati in maniera esagerata o distorta, come se fossero tutti pericolosi. Tutto ciò può innescare reazioni irritative o processi infiammatori interni con produzione finale di mal di testa.
I sintomi della cefalea sono una risposta di allarme del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona in modo ottimale e un’incendio si è acceso.
E la causa di questo incendio può essere anche un problema del rachide cervicale!
Prima si valuta e si interviene e meglio è!
Più si ignorano i dolori cervicali e si rimanda questa valutazione, e più si favorisce la cronicizzazione dei sintomi e la disabilità correlata. Soprattutto si crea il terreno fertile per aumentare la frequenza della cefalea, la resistenza ai farmaci o peggiorare l’intensità e la durata degli attacchi!
I Fisioterapisti specializzati della CMT sono i professionisti sanitari più esperti per identificare tali disordini e risolverli.
Cefalea Cervicogenica: frequenza degli attacchi
La frequenza può variare da una volta l’anno a diversi giorni nella settimana e può durare per mesi o anni. Può emulare attacchi di emicrania senz’aura e per questo una volta veniva definita anche “Emicrania Cervicale”.
In caso di traumi cervicali o alla testa la frequenza può essere quotidiana e continua per settimane.
In caso di comorbidità con l’emicrania senz’aura o la cefalea di tipo tensivo, la cefalea cervicogenica può facilitare la comparsa degli attacchi e peggiorarli aumentando l’intensità e la durata, la disabilità nonché la resistenza ai farmaci.
Cefalea Cervicogenica: criteri diagnostici
La cefalea cervicogenica è facilmente identificabile combinando i criteri della nuova e aggiornata versione del sistema Internazionale di Classificazione dei Disordini con Mal di Testa – ICHD-3 con quelli del Gruppo di Studio Internazionale della Cefalea Cervicogenica. Un persona può ricevere una o più diagnosi. Infatti in base ai sintomi, alla storia, alla familiarità e ad altre patologie in atto, in una persona possono essere presenti forme diverse di cefalea.
CEFALEA CERVICOGENICA (11.2.1) |
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CRITERI DIAGNOSTICI secondo il Sistema Internazionale di Classificazione dei Disordini con Mal di Testa – ICHD-3
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A. |
Qualsiasi mal di testa che soddisfa i criteri C |
B. |
Evidenza clinica, di laboratorio e/o immagini di un disordine o lesione del rachide cervicale o dei tessuti molli del collo, che sia conosciuta essere in grado di causare mal di testa |
C. |
Evidenza che il rachide cervicale sia la causa della cefalea dimostrata da almeno 2 dei seguenti: 1. il mal di testa si è sviluppato in relazione temporale con l’insorgenza di un disordine cervicale o con la comparsa di una lesione cervicale 2. il mal di testa è migliorato o si è risolto in modo significativo in parallelo con il miglioramento o la risoluzione del disordine cervicale o della lesione 3. il range of motion (ROM) cioè la quantità di movimento del rachide cervicale è ridotta e il mal di testa viene peggiorato significativamente da manovre provocatorie 4. il mal di testa è abolito dal blocco farmacologico diagnostico di una struttura cervicale o della sua innervazione |
D. |
D. Nessun altra migliore diagnosi secondo i criteri ICHD-3 |
Commenti |
Alcune caratteristiche che possono aiutare a differenziare questa forma di cefalea dall’emicrania e dalla cefalea di tipo tensivo sono: · dolore unilaterale fisso · la pressione digitale sui muscoli del collo o della testa e i movimenti della testa provocano i sintomi · il dolore si irradia in senso postero-anteriore · nausea, vomito e foto-fonofobia possono essere presenti ma di entità inferiore rispetto all’emicrania. |
CEFALEA CERVICOGENICA |
CRITERI DIAGNOSTICI secondo il Gruppo di Studio Internazionale della Cefalea Cervicogenica (CERVICOGENIC HEADACHE INTERNATIONAL STUDY GROUP – CHISG)
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1. Sintomi e segni di coinvolgimento del collo: 1.a. Comparsa di dolore alla testa, simile al mal di testa usuale, innescato da: 1.a.1 movimenti del collo e/o posture sostenute scomode, posizione protratta del capo, e/o 1.a.2 dalla pressione esterna esercitata sopra la regione cervicale superiore o regione occipitale del lato sintomatico 1.b. Restrizione dell’arco di movimento (Range of Motion) del collo 1.c. Dolore unilaterale nel collo, sulla spalla o al braccio, di natura piuttosto vaga e non radicolare o occasionalmente, dolore al braccio di natura radicolare 2. Ablazione temporanea del dolore con blocchi anestetici diagnostici 3. Dolore alla testa unilaterale, senza cambio di lato 4. Caratteristiche del dolore alla testa: moderato fino a severo, dolore non lancinante e solitamente non pulsante, generalmente a insorgenza dal collo 5. Caratteristiche del dolore alla testa: episodi di varia durata e dolore continuo fluttuante 6. effetti marginali o assenti della indomethacina 7. effetti marginali o assenti dell’ergotamina o dei triptani 8. sesso femminile 9. non rara la storia di un trauma cranico e/o cervicale diretto (colpo di frusta) in genere di intensità moderata o severa 10. fenomeni correlati all’attacco, presenti solo se occasionalmente e/o di grado moderato: 10.a Nausea 10.b Fonofobia e fotofobia 10.c Senso di instabilità 10.d Visione “offuscata” unilaterale al dolore 10.e Difficoltà nella deglutizione 10.f Edema unilaterale, soprattutto nell’area perioculare |
Per porre Diagnosi di Cefalea Cervicogenica almeno 7 criteri diagnostici dovrebbero essere presenti. Quelli più consistenti sono: · mal di testa unilaterale, · lato fisso, · il mal di testa è provocato/aggravato da movimenti e posture del collo. Se 7 o più criteri sono presenti, allora il mal di testa cervicogenico è distinto dall’emicrania e dalla cefalea tensiva, con alta sensitività e moderata specificità. Se il dolore parte dal collo e si irradia alla regione frontale del viso ed è unilaterale le possibilità che si tratti di mal di testa cervicogenico aumentano in modo significativo. L’affidabilità di tale approccio è k=0.83 quindi molto significativa. Per una diagnosi appropriata di cefalea cervicogenica , uno o più aspetti del Punto 1 devono essere presenti, con 1a sufficiente a essere l’unico criterio di positività o 1b e 1c combinati. Per i lavori scientifici di ricerca il Punto 2 è obbligatorio. |
Cefalea Cervicogenica: la terapia
La cefalea cervicogenica è una condizione clinica facilmente gestibile e con ottimi risultati. La terapia è esclusivamente di tipo non-farmacologico si basa su:
- tecniche manuali di manipolazione o mobilizzazione della colonna vertebrale cervicale e toracica, per ripristinare e migliorare la mobilità del rachide cervicale e toracico,
- tecniche manuali sui muscoli per ripristinare e migliorare il tono e l’estensibilità neuro-muscolare,
- esercizi specifici di coordinazione, di forza e resistenza muscolare,
- strategie posturali attive.
Questi trattamenti vengono effettuati con una cadenza mono o bisettimanale e generalmente nei casi sub-acuti son sufficienti 6-8 trattamenti, mentre nel caso di dolori persistenti (cronici) si può arrivare a più sedute organizzate nel tempo.
Non sono necessarie terapie fisiche con elettromedicali o altri rimedi né infiltrazioni o blocchi con anestetici. Questi interventi infatti sono rivolti ai nervi che conducono i sintomi. Anestetizzare un nervo significa soltanto spegnere il sintomo senza alcun effetto sulla causa. E’ come avere un circuito elettrico danneggiato e togliere la corrente. In questo modo le luci alterate (= i sintomi) vengono spente ma i circuiti elettrici danneggiati o che funzionano in modo disordinato (la causa) restano. Se non agiamo su questi circuiti, quando rimetteremo la corrente e riproveremo a riaccendere la luce il problema si manifesterà di nuovo. Occorre migliorare lo scorrimento dei fili o l’estensibilità dei cavi o rafforzare il sistema energetico o ripristinare il funzionamento corretto della centralina per risolvere il problema.
Queste terapie esclusivamente manuali rivolte alla cervicale e al torace sono in grado di ridurre la frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi in 6-8 settimane con miglioramenti del 50%-70% da subito, una riduzione nell’uso delle medicine fino al 93% fino alla risoluzione completa del 100% nel giro di pochi mesi.
Ecco perché la fisioterapia manuale specializzata può e deve essere assolutamente indicata.
Autore dell’articolo Dott. Riccardo Rosa FT, MOst
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