Emicrania Cronica

Emicrania Cronica

Quando soffri di attacchi di emicrania per più di 15 giorni al mese da più di 3 mesi

Emicrania Cronica: cosa è

L’ Emicrania Cronica (EC) è un disordine neurologico funzionale caratterizzato da dolori e disabilità persistenti nel tempo. In quanto forma di Emicrania, è una condizione neurologica:

  1. primaria o “sine materia” nel senso che non ci sono agenti patogeni specifici causativi;
  2. complessa, perché coinvolge molte aree diverse del sistema nervoso centrale e periferico;
  3. sistemica, perché coinvolge tutto l’organismo alterando la funzionalità del sistema neurovegetativo, affettivo, cognitivo e sensoriale;
  4. severa e disabilitante, perché i livelli di dolore e di disabilità compromettono la vita personale, lavorativa e socio-famigliare;
  5. persistente, perché il dolore e la disabilità sono presenti per molti giorni al mese (più della metà) e per più mesi;
  6. multifattoriale, perché numerosi fattori di natura diversa possono avere un’azione eccessivamente stressante e provocativa sul sistema nervoso e favorire la precipitazione nonché la persistenza degli attacchi.

L’Emicrania Cronica si caratterizza per una frequenza superiore ai 15 attacchi al mese per più di 3 mesi e almeno 8 di questi attacchi devono avere le caratteristiche specifiche dell’emicrania senza aura episodica.

E’ dunque una forma distinta di Emicrania senza aura dove la cronicità non dipende da quanti anni una persona soffre di emicrania ma si stabilisce in base al numero di attacchi al mese e alle caratteristiche di questi attacchi.

Le persone con emicrania cronica presentano indagini o immagini di laboratorio che evidenziano numerose abnormalità metaboliche, anatomiche e funzionali, di cui quelle fondamentali sono due:

  1. alterazione persistente dei meccanismi interni di interpretazione e modulazione dell’esperienze sensoriali e dolorose,
  2. persistente iper-eccitabilità e amplificazione di risposta delle cellule nervose a stimoli di ogni genere.

Emicrania Cronica: sintomi 

L’emicrania cronica presenta la stessa sintomatologia dell’emicrania senz’aura episodica ma tutto è amplificato. In questi pazienti i dolori cervicali sono più frequenti e intensi e soprattutto compare il fenomeno dell’ allodinia cutanea: stimoli che normalmente sono innocui diventano dolorosi. Ad esempio: toccarsi la cute o pettinarsi i capelli.

I sintomi possono essere unilaterali o bilaterali ed avere qualità pulsante tipica oppure possono avere caratteristiche simili alla Cefalea di Tipo Tensivo, cioè sintomi di tipo gravativo (sensazione di peso in testa) o costrittivo (sensazione di morsa o cerchio stringente in testa).

 

Emicrania Cronica: prevalenza

 

L’Emicrania cronica affligge circa l’2% della popolazione mondiale. A causa degli elevati livelli di disabilità e severità, una persona con emicrania cronica vede compromesse numerose attività come hobby, scuola, impegni sociali, familiari, può arrivare a perdere 3 mesi di lavoro e la sua produttività in generale può ridursi del 50%.

L’Emicrania Cronica è stata classificata come condizione peggiore della cecità, paraplegia, artrite reumatoide, angina.

Ogni anno circa il 6% delle persone con emicrania senz’aura episodica passa alla forma cronica. Fortunatamente una percentuale simile di persone regredisce dalla forma cronica a quella episodica. Infatti la condizione è reversibile fino a quando i meccanismi neurologici lo permettono. Per questo motivo è fondamentale intervenire il prima possibile.

Uno dei pericoli maggiori è rappresentato dalla prescrizione e dall’ impiego scorretto dei farmaci. Circa il 73% delle persone usa in modo eccessivo o incorretto i farmaci anti-emicrania. Questo è il principale fattore di rischio in grado di favorire il passaggio dalla forma episodica a quella cronica nonché l’insorgenza di una forma peculiare di Cefalea: la MOH Medication Overuse Headache cioè la Cefalea da sovrauso di medicinali.

Per l’Emicrania Cronica, la sola riduzione e modificazione  dei farmaci da assumere, comporta spesso un gran miglioramento della sintomatologia e frequenza degli attacchi.

 

Emicrania Cronica: comorbidità o disordini associati

 

L’ Emicrania Cronica presenta numerose comorbidità o disordini associati che vanno indagati e su cui si deve intervenire con valutazioni multidisciplinari e opportuni trattamenti specifici:

  • disturbi del sonno
  • ansia e depressione
  • disfunzioni gastrointenstinali e disturbi alimentari
  • dolori cervicali e temporo-mandibolari

Emicrania Cronica: alimentazione

L’alimentazione o nutrizione ha un ruolo importante in coloro che soffrono di emicrania ed è un fattore che va sempre valutato prima ancora della prescrizione farmacologica. 

La prescrizione di diete specifiche col medico specialista esperto in cefalee è stato dimostrato rappresentare un approccio utile e fondamentale per chi soffre di emicrania.

Le diete low-fat, cioè programmi alimentari a basso contenuto di grassi, normoproteici e a base di fibre, le diete vegane e le diete basate sull’ eliminazione di cibi “irritativi”, sono in grado di ridurre l’uso di farmaci e la frequenza, l’intensità, la durata degli attacchi di emicrania.

I sintomi dell’emicrania sono conseguenti ad alterazioni infiammatorie neurovascolari di che coinvolgono particolari circuiti neurali. In una persona con emicrania, tutto ciò che può irritare e favorire un processo infiammatorio è dannoso. 

La carne, i derivati animali e altri alimenti industriali sono ricchi di proprietà infiammatorie e dunque la loro riduzione o eliminazione può essere benefica. Anche la perdita di peso ha benefici dimostrati.

Negli emicranici l’attività dei mitocondri (cioè le stazioni energetiche cellulari) è ridotta. C’è un accumulo di lattati e alterazioni della plasticità neuronale nonché bassi livelli di alcuni neurotrasmettitori della “felicità” come la serotonina e il GABA.

Un gruppo di lavoro di neurologi italiani diretto dal Dott. Di Lorenzo MD, PhD  sta da tempo studiando e approfondendo sempre più l’azione della cosiddetta Dieta Chetogenica nel paziente con emicrania. Tale dieta si basa sulla drastica riduzione dei carboidrati, tale da indurre la produzione, a partire dai grassi, di molecole biologicamente surrogate dello zucchero, chiamate corpi chetonici , aventi un ruolo energizzante ed antinfiammatorio.

In tale tipo di dieta, il ruolo dei grassi sarebbe da considerarsi addirittura positivo: il loro incremento infatti potenzia lo stato di chetosi; tuttavia, nei pazienti emicranici sovrappeso o obesi, l’introito di grassi viene ugualmente ristretto, al fine di favorire l’utilizzazione del tessuto adiposo come fonte di grasso per produrre corpi chetonici. Una pubblicazione del suddetto gruppo ( Di Lorenzo 2014 )  ha evidenziato come tale dieta abbia dei benefici clinici molto significativi proprio sui pazienti emicranici sovrappeso/obesi.

In un altro recente lavoro ( Di Lorenzo 2016 ) lo stesso gruppo ha dimostrato che tale dieta sia in grado di normalizzare le funzioni neurofisiologiche tipiche dell’emicrania nel periodo interictale – cioè tra un attacco e un altro – in un gruppo di pazienti emicranici a prescindere dal peso di partenza e dall’introito lipidico fornito dalla dieta. Gli autori ipotizzano che tale effetto sia dovuto alla normalizzazione del rapporto tra due neurotrasmettitori dall’effetto opposto (GABA e glutammato), all’aumento del rilascio di serotonina e al potenziamento del metabolismo energetico cellulare cerebrale.

Emicrania Cronica: il ruolo del rachide cervicale 

I disordini e dolori cervicali sono spesso in comorbidità, cioè sono co-presenti all’emicrania. È stato osservato che il 70%-90% delle persone con emicrania presenta problemi cervicali prima, durante o dopo gli attacchi. Purtroppo questa verità viene spesso ignorata o considerata solo come “conseguenza” cioè il dolore cervicale è solo un sintomo dell’emicrania stessa.

Questo “pregiudizio” impedisce spesso di valutare il rachide cervicale – cioè il collo – e verificare il suo ruolo e la sua influenza sulla cefalea del paziente. In questo modo si perde una fondamentale occasione di miglioramento soprattutto perché recenti studi hanno dimostrato che in alcune persone con emicrania, la presenza di problemi cervicali rappresenta un fattore irritativo e provocativo per lo sviluppo o mantenimento della condizione neurologica.

Esistono delle connessioni nervose peculiari tra i muscoli e le articolazioni del rachide cervicale superiore e la testa, e i disordini cervicali sono in grado di stressare in modo eccessivo il sistema nervoso centrale e favorirne l’irritazione e l’ ipersensibilizzazione.

Cosa significa? Significa che il sistema nervoso di una persona con emicrania, già per natura più sensibile, può divenire ipersensibile ed ipereccitabile a causa di problemi cervicali.

La conseguenza è che diventa più facile per il cervello interpretare in maniera esagerata o anomala ogni stimolo nuovo o successivo (anche se neutrale o innocuo) e innescare reazioni che producono l’esperienza dolorosa del mal di testa.

I sintomi dell’ emicrania sono la risposta di allarme e protezione del cervello. Sono la sirena di emergenza che si accende perché qualcosa non funziona più in modo ottimale e un’incendio si è acceso.

E la causa “periferica” di questo incendio può essere un problema del rachide cervicale!

Inoltre, i disordini cervicali possono produrre e riferire dolori e altri sintomi sulla testa, simulando delle vere e proprie emicranie o cefalee di tipo tensivo che possono essere mal interpretate e diagnosticate (soprattutto se non si eseguono test manuali sul paziente).

Le forme di “probabile emicrania” – cioè quelle in cui manca almeno un criterio diagnostico specifico – sono numerose e sotto-diagnosticate e possono in realtà essere forme di cefalea di origine cervicale in comorbidità (cefalea cervicogenica o cefalea miofasciale cervicale).

Non solo, ma anche i disordini delle articolazioni e dei muscoli cranio-mandibolari possono avere lo stesso ruolo provocativo.

Per questo motivo ogni persona che soffre di emicrania ha il diritto e deve ricevere un’accurata valutazione della funzionalità del rachide cervicale soprattutto quando lamenta dolori e rigidità del collo giorni prima degli attacchi di cefalea!

Risolvere i disordini cervicali latenti e co-presenti può migliorare notevolmente l’andamento dell’ emicrania e ridurre il rischio di cronicizzazione.

Emicrania Cronica: criteri diagnostici

L’Emicrania Cronica presenta dei peculiari criteri diagnostici in base al recente ICHD-3, il sistema Internazionale di Classificazione dei Disordini con Mal di Testa

EMICRANIA CRONICA (1.3)

 

A.

Il mal di testa (con caratteristiche simili a una Cefalea di Tipo Tensivo o a un’ Emicrania) sono presenti per ³ 15 giorni al mese per ³ 3 mesi e soddisfano i criteri B e C

B.

La persona affetta deve aver avuto almeno 5 attacchi soddisfacenti i criteri B e D dell’Emicrania senz’Aura (1.1)  e / o i criteri B e C dell’Emicrania con Aura (1.2)

C.

Per ³ 8 giorni al mese per ³ 3 mesi, gli attacchi devono soddisfare uno qualsiasi dei seguenti:

1.     criteri C e D dell’Emicrania senz’Aura

2.     criteri B e C dell’Emicrania con Aura

3.     il/la paziente crede che si tratti di emicrania e gli attacchi son alleviati da triptani o ergo-derivati

D.

Il mal di testa non rispecchia alcun altro tipo di diagnosi ICHD-3

 

 

Emicrania Cronica: cura e terapie

L’Emicrania Cronica è una condizione neurologica complessa che necessita una gestione multidisciplinare e un percorso terapeutico ben strutturato.

Ci sono terapie farmacologiche e non-farmacologiche specifiche e valide in base al quadro clinico e alle caratteristiche psico-fisiche della persona affetta ma bisogna far riferimento a professionisti aggiornati e seguire un Percorso Terapeutico multidisciplinare come quello proposto dalla CMT.

Autore dell’articolo Dott. Riccardo Rosa FT, MOst


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