Cefalea di Tipo Tensivo

Cefalea di Tipo Tensivo
  • Cefalea di Tipo Tensivo: cosa è
  • Cefalea di Tipo Tensivo: la causa
  • Cefalea di Tipo Tensivo: i sintomi
  • Cefalea di Tipo Tensivo: frequenza degli attacchi
  • Cefalea di Tipo Tensivo: prevalenza
  • Cefalea di Tipo Tensivo: differenze e similitudini con l’emicrania
  • Cefalea di Tipo Tensivo:  comorbidità o disordini associati
  • Cefalea di Tipo Tensivo:  criteri diagnostici
  • Cefalea di Tipo Tensivo: cura e terapie

Cefalea di Tipo Tensivo: cosa è

La Cefalea di Tipo Tensivo, o più comunemente Cefalea Tensiva, viene erroneamente ancora definita Cefalea Muscolo-Tensiva. Questa terminologia è caduta in disuso circa 40 anni fa e denota ignoranza o furbizia commerciale da parte del professionista sanitario che la usa ancora.

La Cefalea di Tipo Tensivo è un disordine neurologico funzionale. Attenzione: non è una malattia ma una cefalea specifica, cioè una condizione neurologica:

  1. primaria o “sine materia” cioè senza danni strutturali di tessuto o senza agenti patogeni specifici causativi;
  2. comune perché è la forma di cefalea più diffusa al mondo;
  3. multifattoriale perché diversi fattori possono avere un’azione stressante e provocativa sul sistema nervoso e favorire la precipitazione degli attacchi di mal di testa

Cefalea di Tipo Tensivo: la causa

La “causa” della Cefalea di Tipo Tensivo (CT in italiano) o Tension Type Headache (TTH) risiede nel substrato neurologico di base della persona affetta.

Il sistema nervoso centrale delle persone con cefalea di tipo tensivo presenta delle caratteristiche di funzionamento molto particolari per motivi genetici, individuali nonché per l’ambiente e stile di vita quotidiano.

Come per chi soffre di emicrania , anche nel caso della cefalea di tipo tensivo le persone affette hanno una soglia di tolleranza e di irritazione più bassa verso gli stimoli della vita in generale e di conseguenza hanno più difficoltà a rispondere in modo adattivo vantaggioso alle variazioni fisiologiche ed emozionali degli equilibri giornalieri (omeostasi).

Le cellule nervose delle persone con CT sono per natura più attente, più recettive e iper-reattive.

Nei momenti di squilibrio omeostatico possono tendere, infatti, ad interpretare in modo amplificato o esagerato gli stimoli ricevuti (anche se sono “normali” e “innocui”) e di conseguenza possono irritarsi più facilmente e più velocemente. Dopo questa irritazione iniziale possono “sensibilizzarsi” cioè diventare iper-sensibili. In questa condizione, l’interpretazione degli stimoli successivi viene ancor più amplificata e anche distorta provocando l’attivazione di meccanismi “protettivi” che fanno precipitare l’ attacco di cefalea.

Il mal di testa è il sintomo, è la sirena d’allarme che suona quando la fiamma si è appena accesa o quando l’incendio (infiammazione nervosa) è ormai divampato.

Non c’è una lesione o un danno in testa, ma ci sono tanti fattori che da soli o insieme possono stressare eccessivamente il sistema nervoso  e favorirne l’incendio in determinati momenti di squilibrio generale.

Ci sono dunque “fattori stressor” che predispongono o “preparare il terreno” su cui poi agiscono i “fattori sensibilizzanti” (“senzitizers”) e i “fattori trigger” che fanno precipitare l’attacco.

I principali fattori irritativi da indagare per la cefalea di tipo tensivo sono:

  • i disturbi psicogeni e gli stress psico-emotivi eccessivi,
  • i disturbi del sonno o insufficiente quantità di riposo,
  • i disordini muscolari cervicali o mandibolari che sono sempre associati,
  • i farmaci stessi.

Cefalea di Tipo Tensivo: i sintomi

La Cefalea di Tipo Tensivo viene normalmente decritta con sintomi bilaterali di tipo costrittivo e/o gravativo. Le espressioni più frequentemente riportate dalle persone sono:

  • sensazione di cerchio alla testa,
  • sensazione di morsa che stringe le tempie,
  • pressione costante sulla testa o sulla fronte,
  • sensazione di “casco” che fascia e comprime tutta la testa,
  • rigidità eccessiva e dolori muscolari alle spalle e sul collo,
  • mobilità limitata del collo,
  • difficoltà d concentrazione e sonno disturbato,
  • irritabilità e scarso appetito,
  • problemi di memoria e depressione.

A differenza dell’Emicrania, il dolore della Cefalea di Tipo Tensivo non è mai di tipo pulsante e la nausea o il vomito sono eventi estremamente rari che occorrono soprattutto nella forma cronica (dove anche la qualità pulsante può comparire).

L’intensità è lieve o moderata e la durata di un attacco va da 30 minuti ai 7 giorni consecutivi.

Cefalea di Tipo Tensivo: frequenza degli attacchi

La frequenza può variare da una volta l’anno a più di 15 attacchi al mese o diversi giorni a settimana, per mesi o anni.

Le forme principali sono essenzialmente 2:

  • la Cefalea di Tipo Tensivo Episodica Frequente (che è la più diffusa) che si caratterizza per un numero di attacchi al mese che va da 1 fino a 14 attacchi, per almeno 3 mesi consecutivi, associati o meno a rigidità e dolorabilità della muscolatura pericraniale.
  • La Cefalea di Tipo Tensivo Cronica (la più disabilitante) che si caratterizza per un numero di attacchi superiore ai 15 per almeno 3 mesi consecutivi, associata o meno a rigidità e dolorabilità della muscolatura pericraniale.

Cefalea di Tipo Tensivo: prevalenza

La Cefalea di Tipo Tensivo è la forma più comune e diffusa di cefalea primaria. Interessa circa il 30% della popolazione mondiale e si calcola che oltre il 70% della popolazione sperimenta tale forma di cefalea ad un certo momento della propria vita.

Spesso viene ancora definita Cefalea Muscolo-Tensiva. Questo è un grave errore di ignoranza, soprattutto se a dirlo sono professionisti sanitari.

Le tensioni muscolari eccessive hanno infatti un ruolo molto importate come fattori provocativi e vanno trattate ma non sono la causa di tale cefalea. 

Questa forma di cefalea colpisce soprattutto le persone di giovane età e le donne. E’ molto sottovalutata o scarsamente considerata dai professionisti del settore e le persone affette tendono a far troppo da sé con i farmaci peggiorando la condizione.

Spesso si attribuisce tutto solo a ragioni “psicologiche” e si prescrivono solo psicofarmaci.

La causa principale di trasformazione della Cefalea di Tipo Tensivo Episodica Frequente in Cefalea di Tipo Tensivo Cronica sono infatti:

  • il fai da te e l’uso eccessivo di anti-infiammatori
  • gli stress emotivi sottovalutati o mal gestiti
  • i disordini muscoloscheletrici cervicali (che si influenzano a vicenda con i disagi psico-emotivi)

Prima si valutano tali condizioni con professionisti aggiornati, e prima si possono avere risultati terapeutici eccellenti e risolutivi.

La WHO Organizzazione Mondiale della Salute ha classificato la cefalea di tipo tensivo come il secondo disordine più prevalente al mondo dopo le carie dentarie!

Cefalea di Tipo Tensivo: differenze e similitudini con l’emicrania

Secondo il modello concettuale tradizionale la Cefalea di Tipo Tensivo e l’Emicrania sono due condizioni differenti con queste caratteristiche:

DIFFERENZE tra Cefalea di Tipo Tensivo e Emicrania secondo il modello tradizionale

CEFALEA DI TIPO TENSIVO

EMICRANIA

Si sviluppa senza segni premonitori o anticipatori

Si sviluppa con segni o sintomi premonitori o con aura

I sintomi sono bilaterali

I sintomi sono unilaterali

La qualità dei sintomi non è di tipo pulsante

La qualità dei sintomi è di tipo pulsante

Non c’è nausea

C’è nausea e/o vomito

Non c’è ipersensibilità alla luce o ai rumori

C’è iper-sensibilità alla luce, ai rumori o agli odori

Non ci sono disturbi visivi

Ci possono essere disturbi visivi

Raramente gli attacchi cominciano durante il sonno

Spesso gli attacchi cominciano durante il sonno

Le attività fisiche non scatenano né aggravano la cefalea in atto

Le attività fisiche non scatenano ma possono aggravare l’attacco in atto

Secondo il modello teorico del “Continuum della Severità Sintomatologica” (Severity Continuum Concept) la Cefalea di Tipo Tensivo e l’Emicrania sono invece due facce di una stessa medaglia.

Secondo tale concetto, esiste una forma di cefalea primaria unica, quindi un solo disordine neurologico funzionale con sfumature diverse, cioè con sintomi di presentazione differenti in base al momento, all’ambiente e alle caratteristiche personali e tanti similitudini per altri versi.

SIMILITUDINI tra Cefalea di Tipo Tensivo e Emicrania secondo il modello del Severity Continuum

CEFALEA DI TIPO TENSIVO

EMICRANIA

Tensioni muscolari, dolori cervicali e/o mandibolari spesso associati

Ipersensibilità alla luce e ai rumori anche nella Cefalea di Tipo Tensivo Cronica

La qualità dei sintomi è di tipo pulsante anche nella Cefalea di Tipo Tensivo Cronica

Le attività aggravano il mal di testa in atto anche nella Cefalea di Tipo Tensivo Cronica

Simili fattori “stressors” provocativi (soprattutto per le forme croniche)

Numerose comorbidità psichiatriche

Stessa risposta positiva alla terapia con Biofeedback e altri interventi comportamentali

Stessi meccanismi neurofisiologici disfunzionali

(sensibilizzazione del sistema nervoso centrale in entrambe le forme croniche)

Efficacia dell’amitriptilina come terapia di prevenzione in entrambe le condizioni

persone di età <25 anni e >60 presentano stessi sintomi

 

 

Cefalea di Tipo Tensivo:  comorbidità o disordini associati

 

La Cefalea di Tipo Tensivo presenta alcune principali comorbidità o disordini associati:

  • disagi o di-stress psico-emotivi da storia familiare, condizioni lavorative, relazioni sociali o private
  • di-stress psico-fisici o disturbi psicologici
  • disordini cervicali o mandibolari
  • disordini muscolo-scheletrici post trauma

Per questi motivi il medico neurologo esperto in cefalee spesso può indicare una visita e trattamenti di fisioterapia e psicologia con professionisti specializzati in questo campo.

Cefalea di Tipo Tensivo:  criteri diagnostici

 

La Cefalea di Tipo Tensivo presenta dei peculiari criteri diagnostici in base al recente ICHD-3, il sistema Internazionale di Classificazione dei Disordini con Mal di Testa:

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO EPISODICA FREQUENTE (codice 2.2)

 

A.

Almeno 10 episodi di che si verificano tra 1 – 14 giorni al mese per una media temporale > 3 mesi (>_12 e <180 giorni all’anno) che soddisfano i criteri B-D

B.

Durata degli attacchi da 30 minuti a 7 giorni

C.

Almeno 2 delle seguenti 4 caratteristiche:

    1. locazione bilaterale

    2. qualità costrittivo – gravativa (non pulsante)

    3. leggera o moderata intensità

    4. gli attacchi non sono aggravati dalle attività fisiche di routine tipo il

        camminare o salire le scale

D.

Entrambi i seguenti:

     1. no nausea o vomito

     2. non più di una tra fotofobia o fonofobia

E.

Nessun altra migliore diagnosi secondo ICHD-3

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO EPISODICA FREQUENTE ASSOCIATA A TENDERNESS PERICRANIALE (codice 2.2.1)

A.

Gli episodi devono soddisfare i criteri della Cefalea di Tipo Tensivo Episodica Frequente (codice 2.2)

B.

Aumento della tenderness (rigidità e dolorabilità) pericraniale alla palpazione manuale

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO EPISODICA FREQUENTE NON ASSOCIATA A TENDERNESS PERICRANIALE (codice 2.2.2)

A.

Gli episodi devono soddisfare i criteri della Cefalea di Tipo Tensivo Episodica Frequente (codice 2.2)

B.

Nessun aumento della tenderness (rigidità e dolorabilità) pericraniale alla palpazione manuale

 

 

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO CRONICA (codice 2.3)

 

A.

Il mal di testa occorre >_ 15 giorni al mese per una media temporale > 3 mesi (>_ 180 giorni all’anno), soddisfacendo i criteri B-D

B.

Durata da ore a giorni o senza interruzione (unremitting)

C.

Almeno 2 delle seguenti 4 caratteristiche:

    1. locazione bilaterale

    2. qualità costrittivo – gravativa (non pulsante)

    3. leggera o moderata intensità intensità

    4. gli attacchi non sono aggravati dalle attività fisiche di routine tipo il

        camminare o salire le scale

D.

Entrambi i seguenti:

    1. no più di una tra fotofobia, fonofobia o leggera nausea

    2. no nausea moderata o severa, né vomito moderato o severo

E.

Nessun altra migliore diagnosi secondo ICHD-3

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO CRONICA ASSOCIATA A TENDERNESS PERICRANIALE

(codice 2.3.1)

A.

Gli episodi devono soddisfare i criteri della Cefalea di Tipo Tensivo Cronica (codice 2.3)

B.

Aumento della tenderness (rigidità e dolorabilità) pericraniale alla palpazione manuale

 

CEFALEA DI TIPO TENSIVO CRONICA NON ASSOCIATA A TENDERNESS PERICRANIALE (codice 2.3.2)

A.

Gli episodi devono soddisfare i criteri della Cefalea di Tipo Tensivo Cronica (codice 2.3)

B.

Nessun aumento della tenderness (rigidità e dolorabilità) pericraniale alla palpazione manuale

 

Cefalea di Tipo Tensivo: cura e terapie

La Cefalea di Tipo Tensivo è una condizione neurologica troppo spesso sottovalutata ma che attraverso una gestione multidisciplinare e un percorso terapeutico ben strutturato può risolversi in maniera completa.

Occorre valutare e intervenire in modo preciso sui fattori “stressors” che irritano il sistema nervoso e favoriscono il terreno di insorgenza per gli attacchi di mal di testa.

I fattori psicogeni e disordini miofasciali cervicali e mandibolari sono i principali.

Molto spesso queste persone ricevono trattamenti solo da osteopati (che scrocchiano solo le articolazioni) o odontoiatri (con prescrizioni spesso inutili di bite) o fisioterapisti (che usano solo terapie passive o peggio ancora elettromedicali). Questa condizione va gestita su più fronti. Gli approcci singoli sono destinati al fallimento nella maggior parte nei casi e facilitano la discesa verso la cronicizzazione.

Ci sono terapie farmacologiche e non-farmacologiche specifiche e valide in base al quadro clinico e alle caratteristiche psico-fisiche della persona affetta ma bisogna far riferimento a professionisti aggiornati e seguire un Percorso Terapeutico multidisciplinare come quello proposto dalla CMT.

Le terapie più efficaci per la cefalea di tipo tensivo sono:

  • farmaci o integratori nutraceutici specifici per la regolarizzazione dell’eccitabilità del sistema nervoso
  • terapie cognitivo-comportamentali per la gestione dei disturbi o disagi psico-emotivi presenti (psicologo)
  • biofeedback neuromuscolare (esercizi di controllo neuromuscolare da eseguire con psicologo o fisioterapista)
  • esercizi di rilassamento o meditazione
  • terapia manipolativa della colonna vertebrale (da eseguire con fisioterapista o osteopata quando ci sono problemi di rigidità osteo-articolare)
  • terapia manuale miofasciale sui muscoli irritati (fisioterapista o osteopata)
  • esercizio aerobico
  • esercizi di forza e resistenza con elastici o pesi

Il periodo minimo di terapia multidisciplinare è di 12 settimane (3 mesi). E’ necessario analizzare in modo approfondito lo stile di vita (soprattutto impegni e responsabilità lavorative o famigliari) ed individuare ciò che va modificato.

Quando la persona affetta decide di partecipare attivamente la percorso, questa forma di cefalea può essere gestita molto bene e la qualità della vita migliorata in modo eccellente (si può arrivare a 1 solo attacco di cefalea al mese o 1 attacco ogni 2-3 mesi).

Autore dell’articolo Dott. Riccardo Rosa FT, MOst


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